“Devils’ line” anime

Trama tratta da VVVVID.it:

La gentile Tsukasa ha un incontro spaventoso, qualcosa che perfino i compagni di classe stentano a credere. Sente un’ombra osservarla, seguirla, controllarla. Quando avrà il coraggio di voltarsi, capirà che al mondo nulla è scontato e che i Vampiri si possono toccare con mano. Almeno, finché non assaggiano per la prima volta il sapore dolce del sangue umano. Questa è la storia di Anzai e Tsukasa, la storia di un amore che sfugge a ogni controllo.

Uscito quest’anno (2018), conta 12 episodi e risulta in lavorazione un OAV. Mi auguro sia in programma almeno una seconda serie, perché il finale così lascia in sospeso troppe cose.

"Devils' line" anime

Le mie impressioni

Devo dire che è carino, Vampiri un po’ strani, ma credibili in fondo, seppur diversi dal classico. Drammatico/sentimentale, con una buone dose di sangue e un po’ di morti, che gli vale sicuramente l’etichetta Azione.

Interessante il lato psicologico della storia, io come al solito finisco per vedere più “demoni” gli umani che non i Vampiri, poi ho molto apprezzato le riflessioni sul demone, con la lotta tra repressione e accettazione della propria natura nell’ottica del controllo di sé. Se i Vampiri sono in qualche modo costretti a seguire la propria natura, gli uomini, invece, rivelano la loro mostruosità fatta di paura.

Tsukasa è un po’ troppo cliché magari, un po’ troppo zuccherosa per i miei gusti (lei è la ragazza pura e candida per eccellenza), ma ha un suo senso nella storia e un suo bilanciamento con gli altri personaggi. Le paure e i tormenti di Yuki idem, lui mi piace molto e mi è stato facile entrare in empatia col personaggio (sì, al solito, mi trovo meglio coi personaggi maschili, che ci volete fare? 😜). Lee… oh beh, dai, lui è un figo dall’inizio alla fine sotto tutti gli aspetti (ok, il fatto di avere i capelli lunghi e bianchi ha giocato da subito in suo favore 😇). I personaggi sono diversi, non posso elencarli tutti, ma trovo abbiano in generale una buona caratterizzazione, che contribuisce a creare un intreccio sfaccettato e, a suo modo, verosimile anche quando non espressamente dichiarato.

Scontri ben dosati, l’intrigo e i doppi giochi si sono rivelati più fitti e complessi di quanto non sembrassero inizialmente, passando dallo scontato/prevedibile alla rivelazione. La trama, dunque, si svela a tempo debito facendosi apprezzare. Il lato sentimentale e romantico non eclissa quello investigativo, anche se magari qualche approfondimento maggiore non mi sarebbe dispiaciuto, tuttavia resta presente e portato avanti.

Qualcuno lo ha definito come la brutta copia di “Tokyo Ghoul”, ma non sono molto concorde, seppur ci siano di sicuro affinità nelle storie. I personaggi, in primis, presentano caratterizzazioni del tutto diverse. Yuki Anzai non trova un riscontro, a mio avviso, in Ken Kaneki; i loro drammi interiori sono differenti, come tutto. Yuki appare inizialmente come un personaggio forte, determinato e abbastanza freddo, ma poi si sgretola in un percorso che lo porta a guardare in faccia il demone che ha dentro e da cui è sempre scappato. Kaneki affronta in un certo senso il problema inverso, senza contare che viene trasformato già “adulto”, non è così dalla nascita. Questo solo per fare un rapido raffronto, che mostra una certa superficialità nei paragoni.

Certo, se vi piacciono storie altamente adrenaliniche, forse Devils’ line non fa per voi, dato l’ampio spazio dato all’introspezione psicologica, alle riflessioni, alle paure stesse. A me questo lato, se ben affrontato, piace molto e me lo gusto, in particolar modo se trova senso in un contrasto violento e, per certi versi, reale (non disdegno neppure lo splatter in effetti).

Ho visto l’anime, ora sono davvero curiosa di sapere come sia il manga però!

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