“Il kamikaze di cellophane” e “Il margine della notte”

Dopo una lunga pausa, torno a parlarvi di due libri che mi hanno stregata: “Il kamikaze di cellophane” e “il margine della notte” di Ferdinando Salamino.

Il kamikaze di cellophane e Il margine della notte

Il kamikaze di cellophane

Un romanzo che ti trascina nella storia, nella mente del protagonista, in un dialogo diretto con lui. Non è un modo di dire, mi sono ritrovata davvero a pensare e a rispondere alle domande di Michele.

Lo stile è fluido, il registro coerente col personaggio e il suo background, le ambientazioni curate e mai superflue o appesantite da dettagli inutili. Metafore e similitudini mai banali, anzi, calzanti e in grado di restituire immagini vivide e forti.

Mi sono ritrovata a guardare Elena con gli occhi di Michele e, allo stesso tempo, a guardare con dolore entrambi, le loro sofferenze. Se da un lato il sospetto di aver compreso chi fosse la causa di tutto mi ha sfiorata all’inizio, mi sono ritrovata poi a camminare col protagonista e a inciampare nei suoi stessi errori, finendo con l’avere mille dubbi. Ciò mi ha fatto apprezzare immensamente la chiusura magistrale, assaporando il gusto dolce-amaro dell’epilogo. L’autore riesce a farti respirare gli odori, a sentire i gusti e le emozioni di Michele in modo straordinario.

Se l’Arte è il perfetto connubio tra talento e tecnica, Ferdinando Salamino è un artista in piena regola.

Il margine della notte

Avevo grandi aspettative, non lo nego, ma l’autore è stato ben più che all’altezza: le ha superate alla grande!

Vedere Michele Sabella in questa nuova veste, però, ha dato quel quid in più. Il dopo del “e vissero felici e contenti” – che già non era certo quello toccato a Michele – mostra qui la faccia della realtà, della vita di chi ha collezionato cicatrici. Ma è anche molto di più. Un giallo e un noir, perché Michele è un personaggio complesso e non può vestire in pieno i panni del detective. I suoi demoni restano sotto la pelle, non cambiano, si adattano.

Molte più voci si alternano in questo romanzo e conquistano, straziano, ti trascinano in vite diverse accomunate da tragedie, lotte, sconfitte, desiderio di rivalsa e morte. Giri pagina e ti ritrovi agli ultimi capitoli col cuore in gola, perché vuoi sapere. Ipotizzi e smonti le supposizioni di continuo, finché non ti ci trovi davanti e Ferdinando Salamino – che già aveva dimostrato grande capacità nel gestire ciò – qui si migliora ancora. Il suo stile incanta e la sua scrittura è semplicemente arte.

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